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Saggio breve sul labirinto

Fin dall'antichità il labirinto ha avuto un forte significato simbolico. Questo disegno geometrico, costituito da un gran numero di vie che ora proseguono parallelamente, ora si intersecano, ora si nascondono goffamente quasi a voler celare la giusta direzione e ora si mostrano in tutto il loro illusorio splendore, rappresentava il caos primordiale ed il tentativo dell'uomo di conferirgli ordine.

Nel labirinto, analizzandolo dal punto di vista geometrico, possiamo individuare simmetrie e schemi che si ripetono. E' la mente umana che spesso gli attribuisce valenze negative. La simbologia si è evoluta nel corso dei secoli, seguendo il mutamento del pensiero dell'uomo e l'aumento delle sue conoscenze, cercando di tener testa alle domande e alle paure della società.

L'importanza attribuita al labirinto è percettibile nella presenza di quest'ultimo nei più importanti miti e cosmogonie. Il mito del Minotauro, uno dei più famosi dell'età classica, narra di come Teseo riuscì ad uscire, grazie al prezioso aiuto di Arianna, dal labirinto nel quale era stato portato. Percorrere un intreccio di strade senza scoraggiarsi e riuscire a trovare la giusta direzione richiede audacia e coraggio. Il filo di Arianna sfruttato da Teseo può essere considerato una metafora della nostra razionalità, perché solo seguendo una strategia e perseverando è possibile giungere ad un'uscita.

Un cambiamento radicale si ha nel Medioevo e il significato simbolico viene riproposto in chiave cristiana. Il labirinto diventa emblema della nascita, morte e risurrezione di Gesù, percorso da compiere per espiare i propri peccati e per poter giungere alla salvezza offerta da Cristo. Proprio come il labirinto classico, anche il labirinto medievale è monocursale, ovvero presenta una sola via d'uscita, percorribile solo accettando e rispettando il comportamento cristiano ed allontanandosi da tutti gli atteggiamenti legati all'ortodossia. Il dedalo è quindi legato quasi esclusivamente ai luoghi e ai contenuti religiosi e rappresenta unicamente la volontà dell'individuo di trovare la salvezza personale.

Una seconda metamorfosi si ha nel Rinascimento, periodo nel quale si definisce e si diffonde la concezione del labirinto come percorso di riflessione e possibilità di andare alla ricerca del proprio io. I valori umanistici si mostrano in tutto il loro splendore e l'uomo si allontana progressivamente dall'idea del labirinto legato unicamente alla salvezza dell'anima.

La terza grande trasformazione è quella barocca, in cui il labirinto non è più monocursale, ma si arricchisce di più percorsi contemporaneamente validi. Questa scelta progettuale è rilevante perché rispecchia la mentalità della società del tempo: l'uomo sa che la sua vita ed il suo futuro non sono regolati da uno schema predefinito, non sono soggetti al destino, ma dipendono unicamente dalle scelte dell'individuo.

Solo attraverso il desiderio di sapere, la voglia di mettere alla prova le proprie capacità ed il voler superare i propri limiti è possibile soddisfare dubbi e curiosità ed accrescere la nostra conoscenza. E' l'errore a mostrarci la strada giusta da percorrere e le scelte da non ripetere una seconda volta.

Nell'età contemporanea il labirinto viene concepito come luogo disorientante, geloso custode di misteri e saperi a cui tutti vorrebbero accedere, ma che solo in pochi riescono a raggiungere. L'uomo moderno deve essere pronto a percorrere il labirinto della sua vita, deve essere deciso nelle sue scelte e capace di apprendere dagli errori commessi. Il percorso che ognuno di noi ha di fronte non è affatto semplice, perché inevitabilmente ci conduce anche all'ingresso del nostro labirinto interiore ed è lì che diventa arduo trovare una via d'uscita.

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